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Kersten Geers e David Van Severen progettano edifici con configurazioni enfatiche e sequenze spaziali precise, in una ricerca di chiarezza concettuale che dimostrano anche nei loro testi e nelle loro conferenze. In questa posizione ambigua tra pratica e teoria, sono riusciti a navigare liberamente tra storia, tipologie e programmi, senza trascurare il pragmatismo insito nella loro arte: lo dimostrano le sei opere recenti – tre pubbliche e tre private – pubblicate in Arquitectura Viva.
D’altra parte, il dossier del numero mira a delineare l’attuale panorama architettonico del Marocco, una terra divisa tra la sua ricca tradizione costruttiva e l’innovazione associata al rapido sviluppo economico. In esso, El Mehdi Belyasmine e Khalil Morad El Ghilali, curatori del padiglione nazionale all’attuale Biennale di Venezia, commentano una selezione di cinque opere: il Politecnico Mohammed VI a Ben Guerir, di Bofill Taller de Arquitectura; il Centro Visitatori di Volubilis a Meknes, di Oualalou+Choi; il Museo Yves Saint Laurent a Marrakech, dello Studio KO; l’Aeroporto di Egleimín, di Groupe3Architectes; e la ristrutturazione di Piazza Lalla Yeddouna nella medina di Fez, di Mossessian e Yassir Khalil.
Nella sezione Arte e Cultura, Oscar Tusquets riflette su un problema progettuale già presente nei templi greci, mentre Juan Miró Sardá intreccia la collaborazione tra Fernando Higueras e Antonio Miró con il filo conduttore del loro comune interesse per le composizioni circolari. Le consuete pagine di Notizie e Libri sono completate da un testo in cui Luis Fernández-Galiano evoca la figura di Léon Krier dopo la sua recente scomparsa.






