L’architettura e l’urbanistica erano tradizionalmente basate sul clima e sulla salute, come possiamo leggere nei trattati di Vitruvio, Palladio o Alberti, dove l’esposizione al vento e al sole, le variazioni di temperatura e umidità influenzavano le forme delle città e degli edifici. Queste cause fondamentali della pianificazione urbana e dell’edilizia furono ignorate nella seconda metà del XX secolo grazie all’enorme utilizzo di energia fossile da parte di sistemi di riscaldamento e condizionamento, pompe e frigoriferi, che oggi causano l’effetto serra e il riscaldamento globale.
La lotta al cambiamento climatico costringe architetti e progettisti urbani a prendere sul serio la questione climatica per basare la propria progettazione sul contesto climatico locale e sulle risorse energetiche. Di fronte alla sfida climatica del 21° secolo, proponiamo di reimpostare la nostra disciplina sulle sue qualità atmosferiche intrinseche, dove l’aria, la luce, il calore o l’umidità sono riconosciuti come veri materiali di costruzione, la convezione, la conduzione termica, l’evaporazione, l’emissività o l’effusività stanno diventando strumenti progettuali per comporre architettura e città e, attraverso la dialettica del materialismo, sono in grado di rivoluzionare i valori estetici e sociali.