IQD 60

Luglio/Settembre 2020

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IQD 60 – Luglio/Settembre 2020

Gli ultimi mesi ci hanno confermato come l’architettura moderna abbia e debba avere a che fare più che altro con il benessere sociale e la difesa della salute.

Tutela della salute e progettazione vanno in realtà di pari passo da diversi secoli: l’epidemia di colera che devastò Londra nella metà del XIX fu all’origine della costruzione di un moderno sistema di fognature, mentre i focolai di tubercolosi scoppiati all’inizio del XX secolo che spinsero gli archietti a collaborare con medici e infermieri alla progettazione di sanatori, portarono all’implementazione di sistemi di ventilazione e aerazione, in seguito mutuati dall’architettura residenziale.

Il Sanatorio di Paimio, progettato nella prima metà del XX secolo dall’architetto finlandese Alvar Aalto, è un esempio di opera d’innovazione architettonica che affonda le sue radici nell’osservazione degli effetti benefici della luce solare sui degenti.

Del resto, secondo Alvar Aalto, la soluzione dei problemi architettonici risiede in un necessario processo di umanizzazione.

Umanizzazzione, una parola che oggi più che mai deve tornare al centro del pensiero architettonico.

Il Futuro – alla cui progettazione l’architetto indiano Balkrishna Vithaldas Doshi, premio Pritzker 2018, ha dedicato le sue osservazioni all’interno di una sezione di questo numero – dovrà inevitabilmente confrontarsi con i temi della sostenibilità, del consumo delle risorse ambientali e sociali, della mobilità e della densità urbana che, per nulla adeguata in molte aree del mondo, ha fatto apparire l’esigenza di distanziamento sociale imposta dalla recente emergenza sanitaria una questione per ricchi.

Le tecniche e le soluzioni, che non potranno essere liquidate con formule semplicistiche, più simili a slogan che a vere strategie, dovranno essere il frutto di un lungo percorso fatto di ricerca, sperimentazione e rispetto per l’ambiente e per l’essere umano.

Quando il mondo della progettazione avrà fatto proprio il pensiero espresso dall’architetto Doshi in queste pagine per cui quello che progettiamo in realtà non è il contenitore, ma il contenuto, e avrà strutturato le linee guida per un’architettura di qualità potremo finalmente rispondere all’interrogativo più importante per il Futuro del nostro pianeta, che è anche il tema della prossima Biennale di Architettura di Venezia, curata dall’architetto libanese Hashim Sarkis: Come vivremo insieme?

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