IQD 62 – Gennaio/Marzo 2021
Prosegue in questo primo numero dell’anno il percorso che ha portato IQD a rivedere il concetto di rivista statica, trasformandola in progetto curatoriale, che reclama il peso e la lentezza della carta stampata, arricchito delle modalità dei moderni linguaggi digitali.
La strategia di equilibrare due mondi apparentemente distanti come il cartaceo e il digitale si è ridotta nella creazione, qui, di un forum di discussione e di approfondimento, inconciliabile con le logiche e i tempi del web, supportato da una serie di new media, che hanno sottratto alla carta stampata la presentazione acritica – tranne per quella insita nella stessa scelta di pubblicazione – di progetti di architettura, arte e design.
Due mondi che, nella visione del nostro lavoro, convergono verso il comune obiettivo di portare la produzione culturale a riaffermare il proprio ruolo di avanguardia nel processo di comprensione, e miglioramento, del mondo.
Il tema affrontato e discusso su questo numero dagli architetti Aristide Antonas e Beniamino Servino, attraverso le proprie visioni e le ricerche dei professionisti da loro invitati, verte sulla forma, sulle disposizioni formali e sul binomio compiuto-incompiuto.
Un tema contestualizzato in un quadro più ampio, che preferisce aprire nuovi interrogativi, nuovi possibili contenuti di ricerca anzichè fornire soluzioni.
Coerentemente con l’obiettivo di spingere la ricerca anche in quei territori che troppo spesso vengono trascurati, s’inaugura su questo numero anche una sezione dedicata al tema delle periferie urbane, partendo dal recupero di quella grande utopia che è stato il Nuovo Corviale di Roma.
Periferie come laboratori sperimentali, che proveremo ad affrancare dai pregiudizi sociali per investire di un possibile valore estetico da vivere come risorsa urbana e sociale.